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Prime Esperienze

Carletto e la milf - 2 -Alla scoperta


di Membro VIP di Annunci69.it eiacul
18.02.2021    |    17.322    |    3 9.8
"Su, fa il bravo a mamma- -Vabbè, dai, forza, dammi il libro e facciamola finita..."
Quei giorni trascorsi dalla prima esperienza con Franca erano volati.
Un turbine di sensazioni avevano riempito la testa e il corpo di Carletto. Quelle parole, quegli sguardi, quegli odori, quel calore della bocca e alla fine l’orgasmo…immenso, vibrante, scioccante per lui che non lo aveva mai provato.
O meglio, quelli avuti fino a lì sembravano diventati artificiali, frutto del rapporto intimo con la fidata manola e niente in confronto a quello vero che finalmente aveva provato.
E già dalla sera stessa quella pratica era tornata. Solo con una furiosa sega era riuscito a placare la tempesta che scorreva in lui. Pensando al corpo di Franca, immaginando di essere dentro la sua bocca, sognando la fica umida e vogliosa che non aveva neanche visto era esploso in una serie di schizzi liberatori, talmente intensi che era stato costretto a farsi una doccia per ripulirsi e a sciacquare velocemente i vestiti nei punti schizzati per non far brutta figura con la madre.

Bramava ardentemente di rivederla, ma una serie di combinazioni fortuite avevano impedito ai suoi genitori di rivedersi con Franca e il marito.
Finché un giorno la madre gli fa un regalo inaspettato.
-Carlo, dovresti andare da Franca questo pomeriggio. Devo restituirle quel libro di cucina che mi ha prestato settimane fa. Me lo ha chiesto ma io non posso uscire perché devo assolutamente sistemare l’armadio. Fai il bravo, prendi il motorino e portaglielo tu invece di bivaccare fra il divano e il letto. Ti aspetta prima di cena-
Un miracolo, ecco cosa stava avvenendo. Carlo tocca il cielo con un dito, e in cuor suo immagina e spera che questa sia solo una scusa ordita da Franca.
-Non so mamma…ho un sacco da studiare e non ho molta voglia di uscire- meglio tirarsela un po’ anziché accettare di slancio come vorrebbe.
-Daiii…non farti pregare, in poco tempo sarai di nuovo a casa. Su, fa il bravo a mamma-
-Vabbè, dai, forza, dammi il libro e facciamola finita. Tanto finché non vado mi scasserai le scatole…-
-Eccolo, salutala e ringraziala da parte mia-
E via, giù per le scale a rotta di collo, al volo sul motorino e in un lampo è davanti a casa di Franca.
Davanti al campanello del portone gli tremano le gambe. Spera veramente che Franca sia sola in casa, sa che di solito a quell’ora lo è. Suona con la mano tremula.
-Sì…chi è?- voce squillante, il tremito è anche interiore, la saliva azzerata.
-Sono Carlo, ho il libro da parte di mamma- con un filo di voce.
-Ah sei già arrivato. Bene, sali caro…- le ultime parole con tono caldo. Carlo si sta sciogliendo come neve al sole.

Poche rampe di scale ed eccolo davanti alla porta, che si apre appena si avvicina.
Entra timidamente, non sa cosa dire. Franca invece lo accoglie con calore e tranquillità, con un tenero bacio sulla guancia.
-Sono contenta che tua madre ti abbia convinto a venire. Ho pensato al libro come valida scusa, ma in realtà volevo parlare con te e non potevo certo chiederglielo esplicitamente, ahahah- e si avvia verso il salotto.
-Anche io volevo parlarti, rivederti- e la segue come un cagnolino.
Franca si accomoda sul divano e con la mano fa il gesto di accomodarsi accanto a lei.
-Vieni qui cucciolo, dobbiamo fare un bel discorso-
Carlo si siede, è nervoso, agitato, eccitato, confuso. Si guarda in giro con aria interrogativa. Istintivamente una parte di lui vorrebbe saltare addosso a quella femmina, ma è come bloccato. La timidezza sta avendo il sopravvento.
-Tranquillo, siamo soli in casa. Vuoi qualcosa da bere?-
-No grazie, forse più tardi-
-Allora, hai ripensato a quello che è successo l’altro giorno?-
-Cavolo, non smetto di pensarti. Rivivo continuamente ogni istante. Mi sogno la tua voce, il tuo calore…poi devo sempre toccarmi altrimenti non mi calmo- è tutto rosso in viso.
Adesso anche Franca è turbata. Anche lei doveva smaltire quella “ubriacatura”, senza riuscirci. Non è assolutamente normale per lei fare un certo genere di cose. È combattuta e non sa bene come muoversi. La mamma che è in lei rifiuta questa situazione, la donna è curiosa e tentata dalla novità, la femmina è eccitata da avere un maschietto tutto per lei…il suo giocattolo.
“Mannaggia Franca…ma che stai facendo…non puoi…non dovresti…certo però quel cazzo così bello…e la crema…”.
Un brivido le scorre sulla schiena, quel brivido che non provava più da anni, da quando si trovava per le prime volte davanti a un ragazzo o uomo che le piaceva. Tutte sensazioni che col matrimonio erano scomparse.
Niente da ridire del suo matrimonio, ma si sa, dopo tanti anni anche le passioni più ardenti si assopiscono un po’ lasciando spazio all’abitudine.

Ecco, il suo istinto ha deciso per lei, ha vinto la femmina e fa il gesto che per giorni non era sicura di poter compiere di nuovo.
Allunga la mano e la posa sulla coscia di Carletto. Lo guarda negli occhi, sente il desiderio crescere in lei e si avvicina al viso del ragazzo cercando e trovando il contato fra le bocche.
Carlo è un po’ rigido, forse a disagio, non sa esattamente come muoversi. Con certezza sa solo di desiderare quella donna con tutto sé stesso. La mano sulla gamba gli dà una doppia sensazione, un fremito di tensione ma anche una grande scossa di calore che lo pervade istantaneamente assieme ai brividi.
Apre la sua bocca passivamente al contatto con Franca e solo quando sente intrufolarsi la lingua di lei si lascia andare e ricambia cercando di accalappiarla con la sua.
Anche per lui questo gesto si rivela liberatorio. Ormai entrambi hanno superato lo scoglio del primo imbarazzo e i sensi prendono il sopravvento.
La mano di Franca si fa avanti risalendo la nuda coscia fino a trovare la patta dei pantaloni corti. Apre la zip e si intrufola negli slip trovando il cazzo duro che bramava. Il tutto senza che le bocche si stacchino.
Carlo si fa attivo, cerca e trova il seno, si insinua nella scollatura della vestaglia da casa della donna e quindi nel reggiseno fino a trovare il capezzolo turgido.
La situazione si protrae per diversi secondi con questi palpeggiamenti fino a che Carlo si fa coraggio e decide di buttarsi addosso al corpo di lei.
Franca non oppone nessuna resistenza e in un attimo si ritrova sdraiata sul divano con Carlo che la ricopre col suo corpo.
Le bocche si cercano nuovamente ma stavolta voluttuose, le mani si incrociano cercando quelle di lui di entrare ancora meglio sotto la vestaglia, quelle di lei di allentare i pantaloni per liberare l’organo.
Ha la meglio l’esperienza di Franca che riesce a sbottonare e in una sola mossa ad abbassare pantaloni e slip. Il cazzo di Carlo è lì duro come il marmo, vibrante di desiderio.
Si fermano e all’unisono si spogliano dei vestiti fino a rimanere nudi uno di fronte all’altra seduti sul divano.

Franca si muove per prima, calandosi fra le gambe di Carlo che asseconda passivamente. Adesso è un tu per tu fra lei e il cazzo che ha di fronte. Senza remore lo approccia con un delicato bacio sul prepuzio, un colpetto di lingua sulla cappella che ha scoperto e lo accoglie nella bocca piano piano fino in fondo.
Carlo si abbandona completamente ai sensi, si appoggia alla spalliera e reclina il capo all’indietro, in estasi per il sentire nuovamente quel calore e qui movimenti attorno al suo organo.
Lei riprende esattamente come la volta precedente, asta, cappella, frenulo, avanti e indietro. Fa fatica a contenerlo tutto ma stavolta non è sorpresa ma è esattamente ciò che desiderava di provare, la sensazione di riempimento della bocca. Quando poi all’ennesimo affondo lo sente fino in gola prova a deglutire più volte.
Carlo ha un sussulto, il suo corpo si inarca, istintivamente pone le mani sulla testa di Franca e la preme contro di sé. Un attimo e l’orgasmo arriva di nuovo esplosivo come la volta precedente.
Franca stavolta non può ritrarsi, le scarica la crema calda direttamente in gola e si ritrova a ingoiare non senza difficoltà. È tanta, parecchi fiotti e potenti, un conato le risale ma si sforza e lo reprime riuscendo a recepire quel ben di Dio fino all’ultimo spruzzo. A quel punto Carlo molla la presa e lei può staccarsi rirendendo fiato dopo una apnea di molti secondi. È paonazza in viso, gli occhi luccicanti dallo sforzo, ma felice di esserci riuscita.
Anche Carlo è stravolto, si sente molto più leggero anzi completamente svuotato. Sempre in estasi.

Sono le parole di Franca a ridestarlo.
-Ommamma, pensavo di affogare. Tesoro mio sei una fontana incredibile. Adesso però tocca a me e devi capire come far godere una donna, vieni qua-
Nel dire questo si accomoda sul divano a gambe divaricate mostrando la splendida fica, umida di umori con un piccolo boschetto di peli ben curato. Afferra Carlo per le mani e poi per il viso, accompagnandolo verso la sua natura.
Carlo si rende conto di non aver mai visto quello spettacolo, è la prima fica che vede dal vivo e freme per l’emozione.
La prima sensazione gliela dà il profumo, speziato, con un che di esotico. Poi tocca alla lingua che timidamente passa sulle labbra gocciolanti. Il sapore è dolce e fruttato, caldo. Istintivamente le dà un bacio e senza rendersene conto lo dà proprio sul clitoride, quel bottoncino pronunciato all’apice delle labbra che fa fremere il corpo di Franca.
-Bravo, proprio da lì devi cominciare. Apri le labbra e dai qualche leccatina delicata ma non troppo con ritmo continuo e ogni tanto scendi sotto e dentro-
Carlo esegue alla lettera e si rivela molto bravo. In realtà i vari porno che ha consumato nel tempo gli avevano dato una chiara idea di come procedere, ma stavolta…wow…ha una fica vera e vogliosa in bocca.
Talmente bravo che Franca impiega poco a salire nel livello del piacere, è scossa da brividi su tutto il corpo e non si trattiene da dimenarsi leggermente e mugolare. Anche lei pone le mani sulla testa che ha fra le gambe lo preme per farlo insistere.
Carlo a quel punto non si pone limiti e esplora con la lingua tutto quello che gli capita a tiro, insiste sul clitoride, si intrufola dentro lo spacco, mordicchia leggermente le labbra e anche infila un dito.
A quel gesto Franca non resiste e un grande fremito la prende, inarca il bacino e viene con una quasi urlo liberatorio. -Oh siiii-
Carlo sente la bocca riempirsi di un liquido meno vischioso degli umori provati fino a lì, sembra pipì ma non è acre, anzi ha un buon sapore e sugge disciplinatamente tutto quanto.
Il corpo di Franca si rilassa, un ultimo sospiro di soddisfazione le fa concludere l’orgasmo e si porta la testa di Carlo alla sua per baciarlo avidamente in bocca, sentendo il suo stesso sapore sulle labbra.
Carlo si accoccola sopra di lei con la testa sul seno mentre lei gli accarezza i capelli dolcemente.
-Sei troppo buona, troppo bella, troppo femmina. Non posso fare a meno di te-
-Sei troppo bravo, troppo dolce, troppo maschio. Non posso fare a meno di te-
Restano qualche minuto in quella posizione senza dire altro.

Ci pensa l’ormone di Carlo a interrompere questo momento di relax. Quel seno sotto la sua bocca non lo lascia indifferente e prima la lingua e poi tutta la bocca iniziano a giocare coi capezzoli che tornano velocemente duri e irti.
Anche la mano non sta ferma, va a cercare la fica che la accoglie liberamente. Le dita si inseriscono dentro quel calore e trovano un punto interno poco sotto il clitoride che stimola molto il corpo di Franca. Ha un tremito ogni volta che le dita ci passano sopra, Carlo se ne accorge mentre continua a succhiare le tette e ci insiste sempre più, con sempre maggior veemenza.
-SI…lì…continua…non fermarti-
Stavolta è lei ad avere la testa reclinata all’indietro, completamente abbandonata all’estasi. Bastano di nuovo pochi minuti per farla arrivare all’apice del piacere e viene di nuovo, stavolta nella mano di Carlo, scossa da una profonda compulsione inarcandosi e stringendo a sé Carlo fra le sue tette.
-Wow…e questo chi te lo ha insegnato-
-Nessuno, sono andato di istinto quando ho capito che ti piaceva in quel punto-
-Bravo Carletto, hai appena scoperto dov’è il mio punto g. Ricordatelo-
Carlo pensava fosse solo una cosa mitologica, inimmaginabile per lui da trovare.


Continua…
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